Table of Contents
Introduzione
Al giorno d’oggi, non possiamo negarlo, sempre più persone si avvicinano alla Musica Classica cercando su Google “Musica Classica Rilassante”. Lo scopo è, come puoi facilmente intuire, quello di distendersi per qualche minuto, godersi della buona musica, magari mentre si sorseggia del buon tè, si fa merenda, si legge un libro, si corre in un parco e così via. La maggior parte dei risultati di questa ricerca sono Notturni o Mazurke di Chopin, Sinfonie di Mozart, Sonate di Beethoven: prendi per esempio la cosiddetta Sonata al Chiaro di Luna. Se hai cercato almeno una volta “Musica Classica Rilassante” su Google, avrai trovato migliaia di playlist che la contengono, nonostante sia un brano dal carattere tragico e, al contrario di quanto comunemente si pensa, per nulla rilassante. L’ho accennata al pianoforte per te: puoi ascoltarla di seguito premendo play, sono sicuro che la riconoscerai dalle primissime note. Subito dopo il brano, trovi un banner dove potrai acquistarne la partitura cartacea nell’edizione che ti consiglio: se lo farai, una piccola parte del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog.
Dato che non mi piace parlarti solo di teorie, prendiamo la “Sonata” come esempio per iniziare un approfondimento concreto sull’argomento. Se ancora non sai cos’è una “Sonata”, puoi leggere il breve articolo che abbiamo dedicato a questo stilema compositivo qui. Nel presente articolo infatti non ci occuperemo di definirla, ma cercheremo di fare un passo ulteriore scoprendo in profondità i retroscena di questa forma compositiva. Questo ti farà capire, al di là delle solite informazioni che possono essere reperite ovunque sul web, perché sempre più persone cercano “Musica Classica Rilassante”, quali brani e stilemi compositivi emergono da questa pratica, e perché questo influenzi radicalmente la percezione comune che si ha del genere musicale “Classico”. Se leggerai l’articolo fino in fondo, ti accorgerai di quanto chi ascolti le playlist di “Musica Classica Rilassante” sia simile proprio all’antico ascoltatore del Settecento che aveva occasione di ascoltare dal vivo certe composizioni che oggi troviamo inserite sotto forma di registrazione nelle playlist che ascoltiamo.
Per Chi E A Che Scopo Una Sonata?
La Sonata per pianoforte era pensata, insieme ad altre forme della musica da camera che riempiono le playlist di “Musica Classica Rilassante”, soprattutto per dilettanti o per persone che leggevano la musica per proprio piacere e interesse. Normalmente queste esecuzioni avvenivano non con il senso del moderno concerto, del tipo “ho studiato una cosa e quindi la eseguo in teatro, auditorium ecc.”, ma era un momento che avveniva per lo più a prima vista: l’esecutore era colui che semplicemente leggeva la Musica. La lettura musicale era la cosa più praticata all’epoca. Soltanto raramente i musicisti studiavano un brano. Per esempio in una lettera Beethoven è preoccupato perché alcuni musici devono eseguire il Quartetto op. 125, molto complesso: essi per tranquillizzarlo gli dicono una frase del tipo “Non si preoccupi Maestro, lo abbiamo suonato ben due volte!”. Oggi per noi sarebbe inconcepibile provare un Quartetto di Beethoven soltanto due volte: prima di portarlo a un concerto, la maggior parte dei professionisti dei nostri giorni lo provano per mesi e mesi ripetendolo centinaia di volte. Già qui puoi intuire una certa diversità tra approccio all’esecuzione musicale nel Settecento e quello dei giorni nostri… Ma andiamo avanti.
“Musica Classica Rilassante”? Spesso Non Per Gli Intenditori
Al contrario di quanto suggeriscono i titoli delle playlist di “Musica Classica Rilassante”, in ambito colto, negli auditorium, nei teatri, quando un pianista deve suonare in pubblico sa che nella maggior parte dei casi la sua esecuzione potrà essere tutto meno che “rilassata”. Ci sono tante contraddizioni tra il modo in cui la Musica Classica viene fatta dai professionisti e quello attraverso il quale poi viene fruita. La Sonata che ti ho appena fatto sentire, qui sopra, è riportata tra i brani più famosi della Storia della Musica: eppure quando un pianista si presenta a un concerto con in programma una Sonata di Beethoven, tutto il pubblico si dispone in una modalità di ascolto concentrata, come se stesse per scoprire quella composizione per la prima volta. Il modo stesso in cui ascoltiamo questo tipo di composizione nasconde una contraddizione: che essa sia nata per una certa modalità di ascolto, ma poi lungo i secoli se ne sia adottata un’altra. Con questa seconda considerazione, iniziamo a capire sempre più che la “Musica Classica Rilassante” non sia nata ieri, ma al contrario rappresenti un’usanza, un modo d’ascolto e di fruizione del genere musicale “Classico” molto diffuso tra categorie ben precise di ascoltatori. Vediamo quali.
Ascoltatore Professionale VS Amatoriale
Sono tante le volte in cui un insegnante di Conservatorio dà indicazioni precise sulla partitura di una Sonata, ed egli stesso eseguendone qualcuna in concerto può avere il timore di non fare per bene tutto quello che Beethoven aveva scritto. In realtà tra il pubblico oggi gli intenditori sono davvero pochi, pochissimi quelli che possano notare le sfumature d’esecuzione minime su cui un musicista classico lavora per mesi, talvolta anni. A questo aggiungiamo un dato storico, cioè che ai tempi dello stesso Beethoven tutta quest’attenzione non c’era perché la Sonata nasceva per diletto privato, spesso la si leggeva un po’ a prima vista senza badare troppo agli errori. Beethoven stesso era noto per essere un grande improvvisatore, per essere capace d’inventare al momento grandi costruzioni pianistiche: eppure in ambito professionale, al di fuori delle ricerche perlopiù amatoriali sulla “Musica Classica Rilassante”, la sua musica oggi è più di ogni altra la Musica a cui tutti devono prestare un vincolo di fedeltà davvero assoluto. Tutto quello che è scritto è legge. Sembra quasi che i musicisti siano diventati i “sacerdoti” della Musica, e possano dire: “Così come non cambieremmo mai le parole della Bibbia, non cambieremmo mai le note di una Sonata per pianoforte di Beethoven!”. Eppure Beethoven, come abbiamo detto, era uno che amava improvvisare continuamente: questa è una prima, forte contraddizione; noi dedichiamo a Beethoven una fedeltà al testo che egli stesso per primo non avrebbe mai usato. Una seconda, non trascurabile contraddizione storica, è rappresentata dal fatto che la musica all’epoca di Beethoven era diffusa attraverso precise abitudini di ascolto: mentre si sentiva la musica si faceva di tutto. Per esempio nell’Ottocento il violinista Ludwig Spohr, contemporaneo di Beethoven, ogni volta che veniva chiamato a suonare nei salotti aristocratici si lamentava che tutti giocassero a carte e i musicisti dovessero suonare piano per non disturbarli. Si poteva essere chiamati a suonare con la raccomandazione di non suonare mai forte per non disturbare i presenti! A teatro si parlava, si mangiava, si facevano affari, s’incontravano persone. Succedeva di tutto. Per concludere, nonostante la musica di Beethoven fosse nata in un’epoca molto informale, oggi i musicisti professionisti la mettono al centro di un’attenzione sacra dell’ascolto.
La Prospettiva Storica
La prima cosa che dobbiamo capire è che l’idea che abbiamo oggi di come ascoltiamo la musica di Beethoven è priva di ogni verità storica. Soltanto con l’ascolto romantico, quindi con l’ascolto del tardo Ottocento, nasce l’idea del concerto come momento religioso, quasi sacro: quando si entra in un auditorium, si cammina in religioso silenzio, poi ci si siede esattamente come accade in chiesa: tutti uguali di fronte alla Musica. Non è come nel teatro antico, dove c’erano delle posizioni in base a chi fosse più o meno importante. La sedia dell’auditorium dev’essere comoda, bisogna potersi distendere durante l’ascolto. Ci dev’essere poca luce, ogni colore è distraente: non a caso il pianoforte è bianco e nero. All’epoca di Beethoven tutto questo non c’era: l’idea che lo stesso pianoforte potesse essere privo di colori è una cosa quasi orribile all’idea.
Anche il vestirsi da concerto, tutti neri, è una cosa che nasce dall’ascolto del periodo Romantico, e non esisteva prima. Inoltre, solo recentemente si sta cercando di tornare a delle forme di concerto non esclusive: non è scontato che il pianoforte sia sul palco e gli altri tutti giù tra il pubblico; si potrebbe ascoltare la musica attorno al pianoforte, il pianista potrebbe parlare al pubblico. Nel Settecento non esisteva tutto questo formalismo da concerto: non c’era l’idea che il brano eseguito fosse un testo sacro, da rispettare con questo canone che oggi consideriamo. Il concetto stesso di pubblico all’epoca di Beethoven era molto fluido. Il pubblico pagante esisteva solo in occasioni molto rare.
Le Accademie
Esistevano all’epoca di Beethoven le cosiddette accademie, intrattenimenti pubblici che costituivano eventi molto rari. E soprattutto erano delle cose che faremo fatica a concepire perché duravano anche sei ore: queste erano tra quei rari eventi di cui parlavamo sopra in cui poteva capitare che il pubblico pagasse per partecipare. Le accademie servivano per farsi conoscere e per cercare di acquisire studenti privati e opportunità di lavoro. Più frequentemente le riunioni musicali avvenivano nei palazzi dell’aristocrazia, nei salotti.
Cos’è Un Genere Musicale?
La Musica Classica è un genere musicale. Ma alcuni Musicologi tendono a definire anche ciò che descriviamo con “Musica Classica Rilassante” come un genere musicale. Essi infatti si dividono in due scuole di pensiero: la prima scuola di pensiero è quella introspettiva, a esempio John Frow sostiene che il genere sia dato da un insieme di vincoli convenzionali altamente organizzati per la produzione e l’interpretazione del senso di una composizione. In altre parole, a seconda di com’è fatto e di come viene interpretato un brano possiamo dire che appartenga a un certo genere. In altre parole ancora, per capire il genere devo vedere com’è fatta la musica. Ma c’è un’altra scuola di pensiero, più importante, più affermata, che dice un’altra cosa: si tratta di una scuola di pensiero estrospettiva. Franco Fabbri a esempio dice che il genere è un insieme di eventi musicali il cui percorso è governato da un preciso insieme di regole socialmente accettate. Significa che il genere è dato non da com’è fatta la musica, ma da come la musica viene ascoltata. In altre parole, il genere è un riflesso di regole sociali. Ecco che siccome centinaia di persone cercano “Musica Classica Rilassante” su Google e ne fanno un uso simile, noi possiamo definire, secondo questa corrente di pensiero, un genere musicale che chiameremo “Il genere musicale della Musica Classica Rilassante”. Effettivamente nel Settecento ogni forma musicale possedeva una sua precisa funzione sociale: per quanto riguarda la Sonata, sicuramente una funzione di ricreazione personale. Iniziamo a capire che non sia un caso se troviamo questo genere musicale tra le migliaia di playlist di “Musica Classica Rilassante”. Tra piacere e divertimento personale, si pubblicavano queste “Sonate” che venivano comprate da persone che si mettevano lo spartito sullo strumento e avevano piacere nel leggerle. Questo è il primo motivo per cui esse nascono. Dopodiché possiamo dire che il pianoforte nel Settecento non si studiava con gli esercizi, con le scale, con la tecnica, questo nascerà come specializzazione virtuosistica, ma all’epoca di Beethoven il pianoforte si studia attraverso il repertorio musicale, cioè la musica scritta così com’è. Le Sonate avevano una funzione educativa. Attraverso le Sonate s’insegnava la musica, non solo s’insegnava la tecnica pianistica, ma s’insegnava a pensare alla musica. Il mio Maestro di Analisi in Conservatorio mi diceva che tutti noi pianisti dovremmo avere sempre le sonate di Beethoven sullo strumento e ciclicamente leggerle una dopo l’altra perché questa lettura ci dice, ci insegna molto del pensare la musica. Di come si pensa la musica. In un’epoca così specializzata come la nostra non siamo abituati a pensare di perdere tempo a fare in modo impreciso tutte e 32 le sonate: ci concentriamo su una e cerchiamo di fare bene quella. Ma questo concetto nega alle sonate il loro valore di strumento conoscitivo della musica. Leggendole tutte io posso capire com’è fatta la Musica nell’insieme, come materia di studio nel senso più ampio e generale.
Chi Erano I “Dilettanti”?
I dilettanti a cui Beethoven rivolgeva l’attenzione erano i cosiddetti amatori o conoscitori. La cosa interessante era appunto che in una sola figura si concentrava l’esecutore e l’ascoltatore. L’ascoltatore e l’esecutore erano la stessa cosa. Le musiche erano pensate per essere ascoltate suonandole e suonate ascoltandole, erano due aspetti fondamentali. Questo modo di vivere la Sonata per pianoforte creava una situazione molto intima e raccolta, un po’ come quando si legge un libro in gruppo e si è tutti rispettivamente concentrati in sé stessi. Questa dimensione di lettura intima e quasi di soliloquio, cioè un parlare a sé stessi e con sé stessi, invitava il compositore a usare delle sottigliezze che in altre musiche non avrebbe usato. Come dire: se io immagino qualcuno che legge delle poesie e scrivo delle poesie perché lei le legga, io immagino la dimensione intima e raccolta di lei che legge e sono portato a fare considerazioni più precise, non generiche. Andrei a cercare dei contenuti espressivi sottili, e non convenzionali: la dimensione intima della sonata porta Beethoven a scavare nelle sottili espressioni musicali. Il dilettante ai tempi di Beethoven era al contempo lettore, esecutore e pubblico.
Le Donne Dell’Aristocrazia
Le donne dell’aristocrazia erano le prime destinatarie di questo genere di musica poiché la maggior parte di esse erano educate alla cultura musicale come aspetto fondamentale della vita. E le aristocratiche si dedicavano alla Musica in particolare attraverso il pianoforte e il canto. Più raramente le donne suonavano l’arpa, certamente non suonavano strumenti a fiato che erano considerati sconvenienti. Poche donne suonavano strumenti ad arco. Il pianoforte era un tipico strumento dell’educazione femminile, e addirittura le sonate venivano talvolta scritte con la dicitura: sonate ad uso delle dame.
Gli “Intimi” Di Beethoven
Il quadro che vedi qui sopra rappresenta uno dei dipinti che fanno capire cosa Beethoven avesse introdotto nelle abitudini di ascolto. Ognuno degli amici intimi che stanno attorno alla musica di Beethoven rappresenta uno dei modi di ascolto secondo la prospettiva romantica, che sarebbe nata proprio da Beethoven. C’è chi ascolta in modo analitico, sulla destra; c’è chi sogna con la Musica, riverso all’indietro nella sua immaginazione; c’è quello con la testa tra le mani e profondamente concentrato nella musica, che si regge la testa come a voler mostrare la fatica della comprensione profonda; poi c’è il personaggio in piedi, che sarebbe l’editore, quello che dalla Musica di Beethoven ci vuole trarre un guadagno e guarda tutti gli altri in piedi con fare discaccato. Poi c’è un busto classico che ci restituisce un’idea di classicità, di fissità di grandezza del passato e poi c’è Beethoven che ci guarda, che guarda oltre, che guarda noi e in qualche modo ci interroga: questa è la fotografia dell’ideale d’ascolto delle Sonate di Beethoven con l’autore in vita, ed è la fotografia di come a partire da lui cambieranno molti paradigmi dell’ascolto musicale.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo scoperto da dove nasca l’uso di associare il termine “Rilassante” alla Musica Classica, il perché accada anche quando il brano in oggetto non trasmetta direttamente un carattere di rilassatezza (lo abbiamo visto con la Sonata al Chiaro di Luna) e quali siano gli antenati di coloro che cercano su Google “Musica Classica Rilassante”. Se ci seguirai, approfondiremo ulteriormente l’argomento negli articoli successivi. Per il momento, ci vediamo in quello di domani!
- Giuseppe Becce e Camille Saint-Saëns nella Storia del Cinema - Novembre 13, 2023
- Claude Debussy Era Impressionista? - Gennaio 26, 2023
- Arnold Schönberg – Espressionismo, Atonalità e Dodecafonia - Gennaio 23, 2023