Table of Contents
Introduzione
Il pentagramma si utilizza esattamente come la Scala Fondamentale: se leggiamo uno per volta righe e spazi verso l’alto, percorriamo in senso orario lo stesso numero di nomi sulla Scala Fondamentale; viceversa, li percorriamo in senso antiorario.
Pentagramma: Falsi Miti
Anche se popolarmente lo si considera una sorta di contenitore dentro il quale scrivere le note, esso nel processo di lettura musicale è spesso parte integrante di esse. Il pentagramma definisce quanti nomi dobbiamo leggere, in quale posizione della Scala Fondamentale ci troviamo, in quale direzione la dobbiamo pensare.
Ma non potrebbe fare questo da solo: a differenza della Scala Fondamentale, dove i nomi sono chiaramente indicati e distinguono chiaramente tutte e sette le fette del grafico, sul pentagramma abbiamo righe e spazi anonimi. Guardando la figura in alto potremmo interpretare qualsiasi riga o spazio come un qualunque nome di nota da cui partire a leggere, ma questo significherebbe procedere in maniera casuale. Per questo motivo, il pentagramma non può essere scisso nel processo di lettura dalla chiave musicale. Volendo fare una metafora, chiave e pentagramma sono il set cinematografico della Scala Fondamentale: dato che quest’ultima ha il potenziale di ripetersi circolarmente all’infinito, essi ne inquadrano una porzione per consentirci di leggere entro margini ben definiti.
Il Doppio Pentagramma
Continuando la metafora, questa inquadratura può dilatarsi fino a comprendere molte ripetizioni della Scala Fondamentale: è il caso del doppio pentagramma pianistico, che prevede le due chiavi rispettivamente di violino e di basso.
La Chiave di Basso
Iniziamo dalla meno conosciuta: la chiave di basso ci indica che la quarta riga a partire dal basso è un fa. Partendo da lì, e andando verso l’alto, incontriamo il do sul primo taglio addizionale:
La Chiave di Violino
Viceversa, partendo dalla riga del sol indicata dalla chiave di violino, otteniamo lo stesso risultato:
Il Do Centrale
Poiché possiamo incontrare almeno un nome di nota scritto in due modi diversi, capiamo che i due pentagrammi hanno un punto comune: quello stesso punto si può incontrare rispettivamente una volta partendo dalla chiave di basso e una volta partendo dalla chiave di violino.
Ciò è dimostrato dal fatto che da quel punto in avanti, verso l’alto o verso il basso, i nomi di tutte le righe e tutti gli spazi si leggono allo stesso modo nelle due chiavi. Questo significa che, potendo usare un illimitato numero di tagli addizionali, tutti i nomi posti in chiave di basso possono essere scritti in chiave di violino e viceversa. Fortunatamente nelle prime esercitazioni pianistiche raramente sconfiniamo dai tre tagli addizionali nelle due chiavi. Se gli sconfinamenti oltre i tre tagli addizionali sono in una prima fase più rari, dobbiamo sapere che entro tre tagli addizionali verso l’alto o verso il basso non incontriamo più di tre volte lo stesso nome di nota. Per esempio, il sol, rimanendo nell’orizzonte dei tre tagli addizionali verso l’alto o verso il basso, si incontra in questi tre casi:
Questi sono i tre sol che si possono incontrare in chiave di violino, rimanendo entro l’estensione dei tre tagli addizionali. Ecco un altro esempio con il nome si:
Le Tecniche di Metodo Lettura Pianistica
Osserviamo a tal proposito lo schema di seguito, che riporta tutte e tre le posizioni dei nomi delle note entro i tre tagli addizionali:
Dopo aver contato ben quarantadue posizioni differenti nello schema qui in alto è facile capire perché molti tra noi possono impiegare settimane, mesi o addirittura anni per imparare ad associare i nomi delle note al pentagramma. Il pericolo è che questa difficoltà si protragga fino agli studi più avanzati, dove il limite dei tagli addizionali si dilata ben oltre il numero di tre. Non è difficile che questo capiti in un allievo adulto, poiché egli è spesso vittima dalla fretta di voler iniziare il prima possibile un brano di repertorio, sentendo magari di non avere tempo di soffermarsi sui rudimenti musicali. Nel Metodo Di Lettura Pianistica ci occupiamo di questo: puoi acquistarlo al link di seguito.
Tempo VS Metodo
La buona notizia è che per quanto riguarda i nomi delle note non c’è un vero e proprio tempo per l’apprendimento delle quarantadue posizioni di base: dipende da quale metodo si adotta per il lavoro di memorizzazione. Purtroppo accade spesso che molti insegnanti non comunichino un vero e proprio metodo al proprio allievo, o si servano di strategie che si basano sull’apprendimento meccanico della ripetizione. A volte si utilizzano schemi pratici, come a esempio far memorizzare solo le righe o gli spazi del pentagramma, in sequenza, creando una grande confusione nella testa dell’allievo che è portato in questo modo ad avere una visione rigida del pentagramma e a non sapersi orientare quando gli viene richiesta una lettura su più chiavi musicali scritte in modo simultaneo. Il problema è che quest’ultimo caso accade continuamente nella letteratura pianistica, che si orienta su due chiavi: quella di violino e quella di basso. Sul Metodo di Lettura Pianistica andremo contro questa tendenza e praticheremo una tecnica di studio relativamente rapida, che ho ideato personalmente. Volendo fare una media tratta dalla mia esperienza d’insegnamento, questa tecnica permette la memorizzazione delle quarantadue posizioni nominali di base in un lasso di tempo che va dai tre ai sei giorni. Poniamo che tu voglia memorizzare le rispettive tre posizioni del si e del sol in chiave di violino. Per farlo, ti basterà creare nella tua mente un dipinto ricco d’immagini, sensazioni, suoni. Sarà piuttosto divertente e gratificante: clicca qui per sapere come dovrai procedere. Nel momento in cui questo articolo sarà pubblicato, il manuale Metodo Di Lettura Pianistica sarà in sconto per permettere al maggior numero di studenti di accedervi: puoi verificare se l’offerta sia ancora attiva cliccando qui o nel banner apposito.
Conclusioni
Per questo articolo su come leggere le note sul pentagramma è tutto, non dimenticare di iscriverti al nostro blog tramite il form mail o l’iscrizione WP per non perdere le prossime novità sull’argomento. Puoi consultare la categoria Tecnica Pianistica, che trovi nell’header in alto oppure qui per leggere le pagine di Metodo Di Lettura Pianistica riservate ad argomenti simili a quello dell’articolo presente. Noi ci vediamo nel post di domani!
- Giuseppe Becce e Camille Saint-Saëns nella Storia del Cinema - Novembre 13, 2023
- Claude Debussy Era Impressionista? - Gennaio 26, 2023
- Arnold Schönberg – Espressionismo, Atonalità e Dodecafonia - Gennaio 23, 2023