Introduzione Al Novecento Musicale

Introduzione

In questo articolo avanzeremo delle considerazioni pratiche che concorreranno a rispondere alle domande essenziali che il Novecento Musicale suscita negli studiosi di Storia della Musica. Queste domande non riguardano il solo ambito della Musica Classica: anche in altri generi come il Pop o il Jazz, infatti, esistono degli autori di riferimento considerati del classici del genere, che vengono ascoltati con maggiore curiosità e interesse degli autori emergenti. Nelle prossime righe approfondiremo sinteticamente l’argomento attuando alcune fondamentali distinzioni.

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La Musica D’Arte

La Storia della Musica non si esaurisce nella manualistica: nel Novecento grazie alla riproducibilità tecnica della musica circolò tutta una serie di materiale musicale di cui i manuali di Storia della Musica Occidentale non riportano. Non possiamo pensare, allora, che una Musica diffusa attraverso i mezzi più colti della scrittura sia interessante mentre l’altra no. Possiamo al contrario distinguere la musica che si studia sui manuali di Storia della Musica come Musica d’Arte, cioè musica basta sui criteri dell’estetica moderna, sulle idee di libera produzione da parte del compositore, o di autonomia dell’opera.

Musica Popolare VS Musica D’Arte

Gran parte della musica Popolare, a titolo di esempio, è inseribile nella categoria della musica commerciale che nasce nel quadro di strutture produttive, amministrative e pubblicitarie il cui fine è innanzitutto la produzione di profitto economico. La Musica d’Arte, al contrario, è frutto di autonomia della contemplazione estetica del fruitore. Questo ultimo tipo di Musica è iniziato a nascere con Beethoven: da lui s’inizia ad affermare l’idea della libera produzione da parte del compositore. Beethoven fu il primo compositore a non essere dipendente da un mecenate: anche per tale motivo poté elaborare un proprio pensiero, una propria estetica in cui la musica non dovesse essere oggetto di trastullo o sottofondo per divertimenti, ma dovesse essere contemplata dal fruitore come un’opera d’arte. Probabilmente uno dei punti di partenza della nascita dell’estetica moderna si trova nella Critica del Giudizio di Kant. Kant afferma che il bello dev’essere contrapposto al piacere. In quest’opera il termine bello è inteso come bello artistico: non ci dev’essere alcun interesse da parte del fruitore che deve contemplare un’opera d’arte.

Musica Scritta VS Musica Non Scritta

La distinzione che operiamo tra Musica Popolare e Musica d’Arte ci fa capire che il racconto che si fa della storia sia qualcosa di diverso dal fatto avvenuto. Le res gestae sono qualcosa di differente dalla historia rerum gestarum. La prima locuzione indica i fatti avvenuti, la seconda la visione e narrazione globale di eventi e strutture mentali di una determinata epoca i cui limiti cronologici e geografici vengono fissati secondo criteri condivisi o comunque discutibili. La musica popolare fa parte dei quei fatti avvenuti che non sono rientrati nella visione e narrazione globale, visione che peraltro spesso non riporta, come popolarmente si crede, i compositori “più eseguiti”. Molti dei compositori del Novecento che si ricordano nella Storia della Musica non erano tra i più eseguiti del loro periodo, né tra i più famosi. Se prendiamo i cataloghi dell’editore Ricordi ci accorgiamo che sono pieni di una quantità immensa di musica “da salotto”, concepita in altre parole a fini di profitto.

Le Novità Del Novecento Musicale

Debussy ascolta la musica dell’orchestra Gamelan indonesiana e ne rimane estasiato: questo avvenimento avrà ricadute sulla sua produzione. Molti compositori, in particolare quelli che per tale motivo vengono ricondotti alle Avanguardie del periodo, si sono contrapposti all’idea tradizionale dello sviluppo musicale. Questa tendenza a volersi contrapporre a una corrente di tradizione musicale non è sempre stata presente: Mozart non componeva con l’idea di voler scrivere musica nuova o d’avanguardia, aveva l’idea di ascoltare musica contemporanea. Prima della fine del settecento i programmi dei teatri mettevano in scena musica colta accanto a musica d’intrattenimento: Schumann, a esempio, distingueva tra musica come “arte autonoma” e musica intesa come “intrattenimento”. Nel Novecento, gli organizzatori di concerti hanno introiettato la mentalità delle figure colte della musica, la nuova opera del compositore sconosciuto era sempre più difficile che venisse rappresentata perché nessuno diceva all’organizzatore che quella produzione fosse più valevole di quella già riconosciuta dei cosiddetti “Classici”, termine col quale iniziarono ad essere chiamati a partire dal 1830 i tre grandi della Prima Scuola di Vienna, ovverosia Haydn, Mozart e Beethoven. Dal 782 al 1870 si registra un aumento drastico dell’esecuzione di autori defunti. Nel 1782, solo l’11% dei brani eseguiti dall’orchestra di Leipzig era di autori del passato, mentre nel 1870 questa percentuale sale al 76%. Un incremento estremamente simile si ha, in periodi leggermente diversi, per le altre illustri città della Musica, Londra e Parigi. (fonte: William Weber, The great transformation of musical taste). Qualche secolo prima, Haydn quando si svegliava doveva andare a trovare il suo datore di lavoro Esterházy per chiedergli cosa volesse ascoltare. Non si poteva scollare rispetto alle aspettative del suo padrone. Nell’opera italiana analogamente c’era l’esigenza di produrre degli incassi: per questo motivo sarebbe stato impensabile per Rossini, Bellini, Donizzetti di produrre opere che andassero al di là di quello che il pubblico d’opera potesse aspettarsi. Non appena il compositore inizia a svincolarsi dagli obblighi di una committenza, comincia contemporaneamente a svilupparsi un’idea indipendente della composizione musicale. Quando l’artista è libero paga la possibilità di seguire il progetto musicale individualmente con la possibilità di non soddisfare il pubblico. A esempio, l’esecuzione di alcuni concerti di Stravinskij portò all’intervento delle forze dell’ordine nei teatri, a causa della grande rabbia con la quale vennero recepite dal grande pubblico. Sommando questi due fenomeni, quello per cui gli amministratori delle organizzazioni dei grandi teatri non erano sicuri del successo dei nuovi autori e quello per cui l’autore iniziò a discostarsi dal grande pubblico, si ricava una prima seppur parziale spiegazione dell’avvicinamento alla nuova idea di “originalità” e “individualità” del compositore. Un testo interessante che approfondisce l’argomento è La Musica del Novecento del critico musicale Paul Griffiths: te ne consiglio vivamente la lettura. Se lo ordinerai dal banner qui in basso, lo pagherai come su Amazon con la differenza che una piccola percentuale del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog.

La Crisi Della Tonalità

Con l’espressione Musica Moderna avvertiamo che c’è qualcosa che produce una rottura rispetto alla Musica precedente: uno di questi fattori è stata la crisi della tonalità. Molti dei compositori Moderni iniziarono a cercare una via d’uscita da questa crisi, in alcuni casi mantenendo l’idea di un centro tonale (come accade in Stravinskij). Ma c’è un fattore che accomuna tutti gli autori moderni: il fatto che non siano analizzabili con il sistema dell’armonia tradizionale. Corelli è il primo autore su cui si possa applicare un’analisi basata sull’armonia funzionale. Per Brahms vale lo stesso, ma se si va a prendere Hindemith questo tipo di analisi diventa insufficiente. Ci si è iniziati a rivolgere all’atonalità e alla dodecafonia, per citare solo due delle varie strade con le quali sono state approcciate le composizioni posteriori al periodo riconducibile a un’analisi armonica di stampo funzionale. L’esigenza di una risposta alla crisi della tonalità non riguarda tutti gli autori: in particolare Rachmaninov, scrisse nel 1939:

Rifiuto di mettere da parte le mie divinità musicali da un momento all’altro e piegare le ginocchia a nuove divinità

S. Rachmainov

Conclusioni

Per questo articolo introduttivo alla Storia della Musica del Novecento è tutto. Non dimenticare d’iscriverti al nostro form mail per non perderti futuri approfondimenti sull’argomento, e di consultare la sezione Corsi Online: noi ci vediamo nell’articolo di domani!

Matteo Malafronte