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Introduzione
Per imparare a suonare il pianoforte mentre leggi le note sul pentagramma devi innanzitutto associare i tasti bianchi del tuo strumento alla Scala Fondamentale.
Tasti Bianchi VS Tasti Neri
Per stabilire nel tempo questa associazione non puoi iniziare, come alcuni insegnanti vogliono farti pensare, direttamente dai tasti bianchi. Infatti, occorre in una prima fase di studio fare riferimento ai tasti neri, perché sono disposti lungo la tastiera in due serie nettamente separate da uno spazio. Queste serie di tasti si ripetono in sequenza, una da due tasti neri e una da tre tasti neri. I tasti bianchi invece sono disposti in un’unica serie, anonima sia da un punto di vista tattile che visivo. Non possono quindi rappresentare un punto di riferimento efficace per il nostro lavoro di associazione.
Pensando ai tasti neri per risalire a quelli bianchi, e non soltanto ai tasti bianchi, si trova immediatamente la posizione di ogni componente della Scala Fondamentale. La capacità di individuare immediatamente un tasto bianco senza basarsi sui tasti bianchi che hai vicino è fondamentale per imparare a suonare il pianoforte mentre leggi la Musica, perché durante un’esecuzione al pianoforte non suonerai soltanto su tasti che si susseguono. Al contrario, potresti aver bisogno di leggere e individuare sulla tastiera un do immediatamente seguito da un sol che quindi non gli è adiacente nella Scala Fondamentale, oppure di dover fare un grande salto con la mano da un estremo all’altro dello strumento.
Vantaggi e Svantaggi
Dato che i tasti bianchi sono disposti in un’unica serie, se davvero ci si volesse basare solo su questi, per suonare il pianoforte mentre leggi la musica dovresti fare un assurdo calcolo nella tua mente partendo da un unico punto di riferimento, invece di pensare semplicemente alla relazione che un determinato tasto nero ha con i suoi vicini tasti bianchi.
Eccezioni Alla Regola?
Nel caso del tasto bianco che associamo a sol non è scontato sapere quale dei suoi due vicini tasti neri si debba effettivamente prendere in considerazione per risalire al tasto bianco in questione, dal momento che osservando la nostra tastiera ne vediamo due vicini allo stesso modo. Lo stesso accade con il la e con il re. Vediamo come precedere in questi casi.
Il tasto bianco do ha un solo tasto nero adiacente; lo stesso accade per gli altri tasti presi in considerazione (il mi, il fa e il si). Questo primo insieme di tasti bianchi appartiene alla zona del pianoforte più semplice da ricordare da un punto di vista tattile: quello spazio che intercorre tra le due serie dei tasti neri. Non sono tuttavia i tasti più semplici da trovare a occhi chiusi poiché, stando alle considerazioni fatte finora, presentano delle caratteristiche comuni: infatti i tasti del do e del fa hanno un tasto nero alla loro destra e i tasti del mi e del si hanno un tasto nero alla loro sinistra. Insomma, è facile scambiare l’uno per l’altro. Oltre a questo, ricordati che gli stessi tasti possono essere abbassati da una qualsiasi delle dita d’una mano, e che quindi cambiando dito la difficoltà potrebbe persino aumentare. Abbassando, a esempio, il do col mignolo ed estendendo le altre dita a mano ferma verso i tasti neri, non sarà possibile capire cosa c’è alla sinistra di questo tasto: questo sarà facilmente confondibile con re, fa, sol e la. Anche in questo caso, a riprova di quanto dicevamo in precedenza, rischierai ancora più di confonderti se invece di orientarti con i tasti neri lo farai con quelli bianchi, perché andrai a concentrare la tua attenzione su quello spazio che sta tra le due serie di tasti neri. Come abbiamo detto, per suonare il pianoforte mentre leggi la musica non devi considerare questo spazio come “uno spazio formato da due tasti bianchi”, ma al contrario come una precisa distanza tra le due serie di tasti neri o, al limite, come un’assenza degli stessi dalla quale ricavare i due tasti bianchi. È necessaria allora, per concludere, una sensibilità diversa, che parte dal modo in cui le serie dei tasti neri vengono a trovarsi rispetto alla serie dei tasti bianchi. Osserva nuovamente a occhi aperti la tastiera, facendo caso stavolta alle differenti distanze con cui i tasti neri si distribuiscono sugli adiacenti tasti bianchi nelle due direzioni:
Queste distanze non sono tutte uguali. Com’è evidenziato da questo schema, tutte le dieci distanze sono a volte più piccole, a volte più grandi. Dal momento che un dito non può procedere in entrambe le direzioni della tastiera contemporaneamente, è estremamente utile per suonare il pianoforte mentre leggi la musica che noti come queste dieci distanze, se divise in due gruppi (uno ascendente e uno discendente) da cinque, siano tutte uniche tra loro nei due sensi della tastiera (destro e sinistro). Procedendo verso destra, nessuna distanza tra un tasto bianco e il successivo tasto nero è uguale; lo stesso accade procedendo nell’altro verso della tastiera.
La Soluzione
L’unico riferimento tattile a cui ti dovrai affidare per suonare il pianoforte mentre leggi la musica, da questo momento in avanti, sarà quello delle distanze dei tasti neri rispetto ai loro rispettivi due tasti bianchi adiacenti. Sarà necessario ora sviluppare una sensibilità del tutto particolare per questo tipo di distanza, praticando, attraverso il solo tatto, l’individuazione dei tasti bianchi attraverso la sensazione dei tasti neri: durante questa pratica non dovrai solo guardare la tastiera, ma la parte superiore del pianoforte, quella dove normalmente si troverebbe lo spartito.
Esercizio Pratico
Ti sconsiglio d’ora in avanti di eseguire questo esercizio a occhi chiusi: dovrai guardare in un primo momento il punto in cui normalmente si troverebbe lo spartito, e poi ripetere l’esercizio guardando punti differenti della stanza in cui ti trovi, in ogni caso mai la tastiera o le tue mani. Inizia individuando i tasti presi in esame finora, quindi il do, il mi, il fa e il si proseguendo poi con re, sol e la. In seguito, ti accorgerai che le distanze prese in esame sono simmetriche a partire dai centri delle due serie di tasti neri. Quest’ultima considerazione sarà ripresa e approfondita negli articoli seguenti del blog, dove ne dimostreremo la fondamentale importanza tecnica.
Suonare Il Pianoforte Mentre Si Legge: Principianti VS Esperti
Per capire pienamente le considerazioni fatte fino a questo punto, è importante che tu riconosca che c’è un’enorme differenza tra un pianista e un neofita che sta imparando a suonare il pianoforte mentre legge la Musica. Per un pianista, le considerazioni fatte finora risultano troppo marginali, mentre per un neofita sarà necessario seguirle alla lettera. Occorre che inizi a costruire con umiltà a partire dalle piccole forme, riconoscendo in altre parole che non si può apprendere soltanto per imitazione. Se così fosse, ti basterebbe guardare la ripresa del concerto di un grande pianista per imparare a suonare come lui. Ma apprendere in questo modo sarebbe come tentare di correre i cento metri solo guardando un atleta. Per quanto gli si possa chiedere di correre a rilento per studiare in dettaglio la struttura dei suoi movimenti, ognuna delle sue mosse è il frutto di una dura preparazione e di un costante allenamento. Così come l’allenamento preparatorio a cui l’atleta si sottopone non può essere chiaro per uno spettatore al momento della corsa, lo stesso è per te che stai imparando a suonare il pianoforte mentre leggi la Musica: guardando un pianista, ti accorgi che lui osserva le cose da una differente prospettiva e ha bisogno d’insistere su altri argomenti che non siano quello del leggere mentre si suona. Pertanto, se non vedrai un riscontro diretto tra le considerazioni che abbiamo fatto in questo articolo e le registrazioni dei grandi pianisti, ciò non sarà a causa del fatto che il presente blog o i pianisti in questione sbagliano: sarà così poiché le metodologie che ti propongo sono da contestualizzarsi di volta in volta in un preciso scopo didattico. La maggior parte di queste tecniche d’apprendimento servono a focalizzarti su una parte importante dell’insieme delle tue difficoltà, così da costruire un passo per volta la tua capacità di suonare il pianoforte mentre leggi la musica. Non pretendere quindi di poter applicare direttamente quello che ti ho detto in un’esibizione concertistica: così come non mangeresti una torta in un solo boccone, lo scioglimento delle tue difficoltà di lettura richiede prima che si focalizzi l’attenzione su alcune tecniche propedeutiche.
Conclusioni
Per concludere, se vuoi imparare il prima possibile a suonare il pianoforte mentre leggi la Musica non dovrai mai dimenticare che, qualsiasi sia il tasto bianco che dovrai suonare, questo sarà sempre da considerarsi nella sua relazione (destra o sinistra) e distanza (maggiore o minore, nei due versi) rispetto ai tasti neri. Con il tempo questo procedimento diverrà naturale e spontaneo, ma se vuoi accelerarne l’apprendimento dai un’occhiata al nostro Metodo di Lettura Pianistica.
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