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Introduzione
La Sonata è tra i soggetti più dibattuti dell’Analisi Musicale. Il monumento più rappresentativo di questa forma compositiva è sicuramente l’opera di L. V. Beethoven, più precisamente le sue 32 Sonate Per Pianoforte, composte in un arco di tempo molto lungo: circa 27 anni. Senza proseguire sulla falsa riga d’informazioni storiche reperibili ormai ovunque, in questo articolo ti darò delle informazioni pratiche per capire su cosa poter basare la tua analisi del materiale compositivo di una Sonata.
Il Concetto di Forma
Il termine Forma in Musica indica solitamente una struttura fondata su tutta una serie di elementi tecnico-compositivi: quelli che solitamente in un’analisi convenzionale vengono fatti esaltare, tra tutti, sono gli elementi armonico-ritmici. Questa tendenza, seppur rappresenti un possibile e valido punto di partenza dell’analisi, andrebbe via via integrata con una visione del fenomeno musicale strutturalmente più ampia: pensiamo a esempio al concetto di Sound che abbiamo trattato in un articolo precedente. Senza le dovute integrazioni, rischiamo di scadere in uno sterile riduzionismo: di confondere la Forma col concetto di Genere, legato alle abitudini sociali dell’ascolto… E d’incappare in molti altri errori che derivano dal mancato discernimento delle tematiche compositive solitamente trascurate.
Stile VS Genere
Lo Stile è il modo in cui le esigenze formali prendono corpo in una composizione, mentre il Genere definisce perlopiù la modalità di consumo, il contesto socio-storico-culturale di una determinata composizione.
Il Tema
La Sonata come forma compositiva nasce da un’iniziale idea tematica, ovverosia un soggetto che viene presentato all’inizio della composizione e che diventa oggetto di una serie di elaborazioni. Si chiama tema quell’elemento compositivo della Sonata che viene usato come punto di partenza di una serie di elaborazioni. Alla funzione rappresentata da questo elemento siamo tutti particolarmente avvezzi: probabilmente avrai realizzato anche tu un tema scritto, tra i banchi di scuola, scegliendo una tesi argomentativa attorno alla quale costruire ed elaborare uno svolgimento e una conclusione. Ricorderai sicuramente che nello svolgimento il tema iniziale, cioè l’argomento dello scritto, veniva ripreso e rivisitato più volte, ne venivano inquadrati i tratti caratteristici, oppure se ne evidenziava una parte in particolare, come quando sul palcoscenico di un teatro il riflettore illumina un attore in un modo piuttosto che in un altro. Il mezzo dell’elaborazione tematica è potentissimo, puoi servirtene per mostrare lati del soggetto di partenza di cui difficilmente, ascoltando il tema così com’è, ci si può accorgere a un ascolto superficiale. Guarda come cambia il volto dell’attrice in questo frammento del Manfred di Schumann, interpretato e rielaborato in una forma non convenzionale di Oratorio da Carmelo Bene. Nei primi secondi vediamo un’immagine quasi mortifera, in questo bianco e nero traslucido: la luce radente sembra emaciare il volto, scarnificarlo, le ombre proiettano alcune inquietanti macchie nere, che fanno sparire nel buio dello sfondo alcune zone del volto. Ma improvvisamente la luce cambia, e gradualmente le ombre mortifere lasciano spazio ad una luce sconcertante, come se quelle parti del volto dell’attrice che prima non erano visibili tornassero dall’oltretomba per un istante che sembra eterno. Le parti in luce cedono spazio alle ombre, e il volto sparisce completamente in un nero obliante, come se la natura della resurrezione fosse in realtà insita nell’oblio iniziale della tonalità nera.
Questo è un esempio della potenza creativa dell’elaborazione tematica in Scenografia: l’attrice può essere considerata il tema, le luci e le ombre elementi di variazione. Lo stesso accade in Musica: non pensare quindi alla Forma Sonata come se fosse uno sterile gioco compositivo tra temi musicali, perché come vedi la tecnica compositiva partecipa di nuclei di significato più ampi che possiamo trovare nella vita di tutti i giorni, persino a teatro.
Tema VS Soggetto: Sinonimi?
l Soggetto è generalmente un elemento più semplice del Tema, lo abbiamo già riconosciuto nell’articolo sul Mottetto. Un Soggetto non lo definiamo Tema perché rappresenta soltanto un aspetto melodico, è un motivo unicamente orizzontale e quindi non prevede la complessità di più voci, più parti, di contrappunti o sovrapposizioni armoniche.
Tema VS Motivo
Con Motivo s’indica in Musica generalmente un piccolo elemento melodico che ha una sua definita caratterizzazione pur mantenendo una struttura semplice, non destinata a uno sviluppo. Per questo motivo, a differenza del tema, esso potrebbe rappresentare un fenomeno isolato nella composizione.
Tema Principale VS Tema Secondario
Esattamente come sul palcoscenico possiamo trovare uno o più attori, così nella Forma Sonata possiamo trovare veri e propri gruppi tematici, che nella maggior parte dei casi comprendono due temi, tema principale e secondario, spesso in questo preciso rapporto:
Tema Principale | Tema Secondario | Esempio |
In Modo Maggiore | Alla Dominante | FAM > DOM |
In Modo Minore | Al Relativo Maggiore | SOLm > SibM |
Da questa tabella possiamo evincere che la relazione tra i due temi, principale e secondario, non è una generica relazione di carattere: la relazione forte tra i due temi è precisamente armonica. Spesso il tema secondario è addirittura uguale al tema principale salvo di essere nella tonalità di dominante o di relativo maggiore. Non è detto quindi che i due temi debbano essere diversi da un punto di vista extra-armonico. Prendiamo a esempio la Sonata Op. 2 Numero 2 di Ludwig Van Beethoven: puoi ascoltarne un esempio di seguito e ordinarne la partitura cartacea dal banner in basso. Se lo farai, una piccola parte del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog.
Attraverso i criteri di uguaglianza, somiglianza e differenza applicati all’intero brano, isoliamo le prime otto battute nell’esempio in basso.
Applicare questi tre criteri significa osservare la struttura generale dell’intero movimento che stiamo analizzando (nel nostro caso, il primo), e distinguervi una o più componenti che vanno incontro a successive ripetizioni, elaborazioni, o che presentano differenze con altre componenti che seguono lo stesso comportamento. Per farlo solitamente ci si serve delle regole della retorica musicale che trovi sintetizzate nelle dispense pubbliche del Maestro Stefano Pantaleoni, che puoi trovare qui. Ricapitoliamo brevemente quanto detto in precedenza: analizzando il brano secondo i criteri sintetizzati nelle dispense di Stefano Pantaleoni e applicandovi i principi di uguaglianza, differenza e somiglianza, abbiamo individuato le ripetizioni del materiale compositivo nel brano, e di conseguenza isolato il tema principale.
Transizione E Tema Secondario
Fra il tema principale e il tema secondario c’è una fase di transizione molto importante, in cui la prima armonia viene passata in secondo piano in modo che la nuova possa emergere. Questo elemento ci aiuta ulteriormente a distinguere un tema dall’altro. La transizione impone un maggiore slancio e continuità ritmica al momento, indebolisce la forma compatta del tema principale liquidando il materiale melodico per pulire la scena in vista dell’entrata del tema subordinato. La funzione della transizione è quella di spegnere i riflettori sul primo tema e accenderli sul secondo. Una volta che viene raggiunto il tema secondario, occorre che la tonalità del tema secondario sia confermata da una cadenza espositiva essenziale, che chiuda la nuova tonalità. Nel passaggio di seguito, a battuta 54 e seguenti, troviamo la settima di sensibile pensata nella nuova tonalità di mi minore (Beethoven gioca molto spesso sull’effetto sorpresa, noi infatti da tradizione ci saremmo aspettati un mi maggiore)…
… che risolve verso il secondo tema.
La Macrostruttura
La forma compositiva della Sonata vive il retaggio dell’antica Suite, di cui parleremo in un prossimo articolo, quindi si articola in più Movimenti. Questi Movimenti hanno caratteri di andamento ben precisi e ricorrenti. Solitamente sono tre (ma possono anche essere in numero diverso, a seconda dell’organico strumentale e del periodo storico):
Allegro | Charles Rosen descrive le indicazioni di andamento di una Sonata non soltanto come un suggerimento per la velocità che dovrà avere il brano, ma come un termine che si riferisice a livello storiografico a una certa forma compositiva nella elaborazione tematica. |
Andante, Largo, Minuetto. | Un movimento centrale di carattere lento e deciso. Estremamente raro l’impiego del minuetto. |
Minuetto, Allegro, Scherzo, Presto, Rondò. | La scelta del minuetto è più frequente nel primo periodo della sonata Settecentesca, pensiamo per esempio alle prime tre sonate di Haydn; successivamente, come accade nelle sonate beethoveniane, è caduta in disuso. Il movimento che chiude la sonata viene chiamato talvolta semplicemente finale, mantenendo l’andamento relativo all’allegro, al presto o al rondò. |
Internamente, le sezioni dei vari movimenti sono spesso chiaramente distinguibili. Abbiamo descritto il tema letterario come un iniziale organismo destinato ad una elaborazione: in Musica il processo di elaborazione tematico può prendere il nome di Sviluppo. Per esempio nel primo movimento, all’inizio della composizione, trovi un’esposizione generalmente inclusa tra due segni di ripetizione, alla quale segue uno sviluppo del materiale tematico esposto e una ripresa che ripresenta la struttura dell’esposizione. Osserva lo schema di seguito:
All’interno di queste macrosezioni, che sono le categorizzazioni più grandi che possiamo fare riguardo la struttura di una sonata, troviamo elementi più piccoli, in particolare nella esposizione c’è il tema principale (P) seguito dalla transizione (TR) e dal tema secondario (S) , che termina in una chiusura (C). Queste sigle sono scritte nello stesso modo anche nell’analisi anglosassone. Lo sviluppo non fa altro che elaborare e variare il materiale compositivo presentato nell’esposizione (tema principale e secondario), che resta spesso facilmente riconoscibile. Tutto questo prepara la ripresa che ha generalmente la stessa identica struttura dell’esposizione, con l’unica differenza che il tema secondario viene in alcuni casi presentato nella stessa tonalità del principale: questa caratteristica rende confusionaria la dicitura ponte modulante che viene talvolta utilizzata nella didattica italiana luogo del corrispettivo dall’anglosassone transizione, ed è per questo che abbiamo preferito non adottarla. In termini espliciti, senza pleonastiche ripetizioni, possiamo applicare quanto detto allo schema precedente ottenendo la struttura seguente:
Sia nell’esposizione che nella ripresa la conclusione coincide nella maggior parte con ciò che viene chiamato codetta, anche se il compositore potrebbe aggiungere un’ulteriore sezione a termine della composizione (dopo la conclusione della ripresa) denominata coda. Anche qui abbiamo preferito non utilizzare la nomenclatura italiana per non creare confusione tra i due termini codette e coda.
Le Cadenze
Oltre quanto detto sinora sull’aspetto macrostrutturale di una Sonata, possiamo aggiungere in generale che solitamente l’ingresso del tema secondario è annunciato da una cadenza intermedia. Questa cadenza è indicata con la sigla (MC). Ogni cadenza che individua elementi retorico-compositivi del brano, e li circoscrive, prende un preciso nome nella letteratura analitica. Di seguito riassunti gli acronimi più importanti per l’analisi di una Sonata (confrontali con lo schema in alto):
(MC) | Si trova generalmente nell’esposizione, a conclusione della transizione che a sua volta segue l’esposizione del tema principale. |
(EEC) | Si trova tra il tema secondario e la chiusura dell’esposizione. |
(ESC) | Si trova tra il tema secondario che ritroviamo nella ripresa e la conclusione del brano. |
Approfondiamo questi concetti in ordine:
① Sia l’esposizione che la ripresa possono contenere una (MC). Il concetto di cesura mediana (MC) introdotto da James Hepokoski e Warren Darcy si riferisce a un fenomeno comune nelle sonate della fine del XVIII secolo, in particolare quelle di Mozart, che consiste in una pausa espositiva intermedia (cesura) tra la fine della transizione e l’inizio del tema secondario. Nella pratica, tale elemento compositivo si trova anche in sonate precedenti e successive al XVIII secolo, seppur con minore frequenza. Le fasi compositive di una (MC) sono efficacemente sintetizzate da Mark Richards in tre punti:
Preparazione Armonica | Si verifica alla fine della transizione, e solitamente è rappresentata da una (HC), ossia una Half Cadence, cadenza imperfetta. |
Gap Della Texture | Tra la fine della transizione e l’inizio del tema secondario (S) ci sono delle pause o una voce di riempimento. |
Accettazione di (S) | Se la composizione è in procinto d’iniziare con la nuova sezione (S), essa confermerà la cesura mediale avvenuta |
② I concetti di Essential Expositional Closure (EEC) e Essential Structural Closure (ESC) nella Forma Sonata sono stati introdotti da James Hepokoski e Warren Darcy nell’opera Elements of Sonata Theory: Norms, Types, and Deformations in the Late-Eighteenth-Century Sonata, e si riferiscono nella maggior parte dei casi alla prima Perfect Authentic Cadence (PAC o Cadenza Autentica Perfetta) soddisfacente in (S) che passa al materiale non-(S). Dato che abbiamo trovato il tema secondario (S) anche nella Ripresa, abbiamo due nomenclature differenti a seconda che ci troviamo nel primo o nel secondo caso: nell’esposizione parliamo di (CEE) e nella ricapitolazione parliamo di (ESC). In entrambe le situazioni, questo momento determina la fine del tema secondario e quindi l’inizio della chiusura (C). Puoi ordinare il manuale da cui sono state tratte queste informazioni nel banner di seguito: se lo farai, una piccola percentuale del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog.
La Frase
Al di là del suo contesto microstrutturale (che abbiamo visto negli appunti del Maestro Pantaleoni), ci sono migliaia di definizioni di cosa sia una frase in ambito macrostrutturale, molte delle quali rappresentano delle affermazioni perentorie che si rifiutano di essere più precise di come sono. In effetti è molto difficile stabilire cosa sia davvero una frase musicale, perché non basta soffermarsi alla sua definizione metrica o retorica: chissà che non possa essere proprio tu il primo a dire finalmente a tutti i musicisti del mondo cosa sia una frase nella sua sostanza! Per il momento, dobbiamo limitarci alla sua caratteristica formale più ricorrente, dalla quale muoverci per una ricerca più approfondita sulle varie eccezioni con le quali essa si presenta:
Phrase | La phrase è un elemento retorico di quattro misure, avente un significato compiuto che può essere messo in relazione con altre phrases di una stessa composizione. |
Sentence | La sentence è generalmente un frammento di otto misure contenente due phrases di quattro misure. La prima di queste è chiamata frase di presentazione, generalmente priva di cadenza, e la seconda è la frase di continuazione che termina su una cadenza. |
Period | Il period è generalmente di otto misure e contiene due phrases di quattro misure, dette antecedente e conseguente. La phrase antecedente è costituita da un’idea di base che ricorre all’inizio della phrase conseguente. A differenza della sentence, il period contiene due cadenze, una debole per terminare la phrase antecedente e una forte per terminare la phrase conseguente. |
Cerchiamo ora come promesso di concentrarci sulle caratteristiche particolari che questi concetti retorici vanno ad assumere all’interno della Forma Sonata, dal momento che in questo preciso contesto compositivo Sentence e Period possono essere le strutture retoriche assunte dal Tema.
La Sentence Nella Sonata
La Sentence che troviamo in questa forma si basa solitamente su quattro caratteristiche:
Idea di base | Arnold Schönberg la definirà come un’idea perentoria che viene subito riproposta. |
Ripetizione dell’idea di base | L’idea di base subisce variazioni (molto spesso di tipo armonico). |
Frammentazione | Si prende solo una particella dell’idea di base e si ripete solo quella. |
Fase Cadenzale | La Sentence termina con una chiusa di natura quasi sempre armonica (Cadenza Perfetta, Cadenza Sospesa…) |
Il Period Nella Sonata
Siccome come abbiamo detto la Sonata è basata su un tema, è fondamentale che tu sappia distinguere le due tipologie retoriche tramite le quali esso può presentarsi. L’altro modello di tema è il succitato Period, il classico modello simmetrico formato da due parti che devono coincidere e unirsi in modo perfettamente bilanciato. Si tratta dell’equilibrio di due parti che si completano a vicenda: antecedente e conseguente. Un Tema che utilizza la Sentence rispetto a uno che utilizza il Period ha una proiezione in avanti molto più dinamica: è come qualche cosa che resta sospeso in attesa di essere lanciato. Col Period ottieni un effetto molto più statico e riposato. La Sentence al contrario parte con una preposizione estrema che si getta a capofitto nel materiale argomentativo.
Forma-Sonata VS Forma Sonata
Con la locuzione Forma Sonata abbiamo descritto un insieme di tre o quattro movimenti, a seconda del periodo storico e della formazione strumentale, ma talvolta ci si può riferire esclusivamente al primo movimento impiegando la locuzione forma-sonata. Questo concetto, che può apparire confusionario, in realtà è piuttosto semplice: la forma del primo movimento di sonata (forma-sonata) ricalca l’intero comportamento compositivo della Forma Sonata, perché presenta una struttura che replica in piccolo il significato macrostrutturale della composizione. In Italia ci riferiamo alla forma-sonata anche con il termine di Forma del Primo Movimento. Nel primo Movimento di una Sonata viene quindi esposta non solo una microstruttura tematica, ma anche, in scala ridotta, una macrostruttura che anticipa l’aspetto compositivo dell’intera composizione. A questo dobbiamo aggiungere che nella maggior parte dei casi di una forma sonata è in forma-sonata soltanto il primo movimento, mentre gli altri due non seguono nella maggior parte dei casi la forma-sonata, presentandosi per esempio nell’aspetto del minuetto, notoriamente quadritematico. Un esempio è rappresentato dal secondo movimento della Sonata Al Chiaro Di Luna Opus 27 Numero 2, con il trio e tutte le configurazioni tipiche del minuetto. L’ho suonato per te nell’esempio di seguito:
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Conclusioni
La Forma Sonata è sicuramente tra gli elementi dell’Analisi Compositiva che devi conoscere più accuratamente, perché ha rappresentato, dalla sua nascita fino ai giorni nostri, una forma compositiva essenziale (assieme a quella della Fuga). Padroneggiare la sonata significa saper leggere e interpretare più scorrevolmente la maggior parte delle partiture che ti troverai davanti. Se cerchi ulteriori approfondimenti, puoi attivare le notifiche del blog o iscriverti al nostro canale YouTube. Noi ci vediamo nel prossimo articolo!
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