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Introduzione
In questo articolo vorrei parlarti nel modo più pratico e sintetico possibile del madrigale in Claudio Monteverdi (1567-1643), che fa parte di un genere poetico-musicale che fiorì nella Firenze rinascimentale, più precisamente nel XVI secolo.
Il Madrigale Nel ‘ 300
Dello sviluppo di questa forma compositiva bisogna inquadrare due momenti ben distinti: il madrigale dell’Ars Nova prende, secondo la maggior parte degli studiosi, il nome dal termine mandria–mandrialis nel significato di agreste, pastorale. Sono molto rari i madrigali con argomento differente, nonostante se ne possa trovare qualche esempio nella letteratura di celebrazione (pensiamo a esempio agli omaggi politici, che a volte potevano configurarsi in questa forma). Nell’Ars Nova troviamo generalmente due voci, mentre gli esempi di scrittura a tre voci sono più rari e solitamente vengono concepiti con un testo differente per ciascuna voce.
Il Madrigale Nel ‘ 500
Il madrigale del ‘ 500, al contrario, ha poco in comune con quello del ‘ 300. Esso è di contenuto amoroso e non ha un andamento strofico. Non dimentichiamo infatti che i testi letterari su cui venivano composti i madrigali dell’Ars Nova erano strutturati su versi settenari o endecasillabi, dove tutte le strofe, termine con cui si descrivono i raggruppamenti di due o più versi, venivano intonate sulla stessa melodia mentre il ritornello ne utilizzava una seconda di ritmo contrastante; al contrario, nel madrigale del ‘ 500 ogni verso trova una sua collocazione musicale, che segue con un’attenzione del tutto nuova il significato del testo poetico. Se prima avevamo un andamento piuttosto monotono con qualche variazione melodica nel ritornello, ora la melodia viene continuamente reinventata insieme alla struttura polifonica.
Claudio Monteverdi
Nel momento in cui nominiamo il madrigale del ‘ 500 non possiamo non nominare anche Claudio Monteverdi. I suoi otto libri di madrigali furono scritti lungo un periodo della Storia Della Musica caratterizzato da importanti cambiamenti: primo tra tutti, il passaggio da una concezione compositiva modale a una tonale. Dalla prima all’ultima raccolta di madrigali intercorre un lasso di tempo di circa mezzo secolo (1587-1638). Ovviamente in questo intervallo cronologico i madrigali monteverdiani subirono profondi cambiamenti e soltanto attraverso l’analisi complessiva delle sue raccolte possiamo comprendere l’evoluzione di questo genere compositivo tra il ‘ 500 e il ‘ 600.
Il Combattimento Di Tancredi E Clorinda
Per capire quanto fosse diverso il madrigale cinquecentesco rispetto a quello trecentesco basti osservare che i primi libri di madrigali di Monteverdi prevedono l’utilizzo di cinque tipi vocali, contro i due o tre del più antico Madrigale; nell’ultima raccolta di Monteverdi, intitolata Madrigali guerrieri et amorosi, troviamo il capolavoro Il Combattimento di Tancredi e Clorinda, il cui testo è tratto dalle vicende narrate nel canto XII della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. La trama è semplice: il cavaliere cristiano Tancredi, innamorato di Clorinda, guerriera musulmana, si trova inconsapevolmente a battersi in duello proprio con lei. Tancredi scoprirà l’identità della sua rivale solo quando la trafiggerà a morte. Clorinda in punto di morte si convertirà e, battezzata, affronterà con serenità il trapasso:
S’apre il cielo; io vado in pace.
Clorinda
Osserviamo la formazione strumentale dell’opera:
Il basso continuo accompagna in apertura dell’opera un testo di presentazione dei protagonisti dell’opera, e ci introduce alla loro storia. Subito dopo entra una prima figura retorica di ripetizione, detta circulatio, che possiamo riconoscere nel moto ondulatorio delle melodie che suggerisce circolarità.
Questo è il primo madrigalismo, termine col quale s’indicano le corrispondenze tra il testo poetico e quello musicale: in questo caso la ricerca, il girare, l’ostinazione e la determinatezza di Clorinda vengono fatti corrispondere al moto circolare della melodia. Se non senti di essere in grado d’analizzare questa partitura, non preoccuparti: puoi consultare la sezione corsi online e controllare la prima disponibilità dal calendario delle lezioni in modo da fissare un appuntamento privato; in questo modo possiamo lavorare sulla tua capacità analitica da zero, in particolare ti consiglio il corso di Armonia e Composizione che puoi seguire privatamente online, di cui puoi trovare il programma qui. Il madrigalismo non ha soltanto natura melodica: le corrispondenze tra il testo poetico e quello musicale possono essere di molteplice natura. Subito di seguito, a esempio, nel Motto Del Cavallo, che preannuncia l’arrivo di Tancredi a cavallo, il galoppo viene reso con un cambio metrico, da un metro quaternario semplice a uno ternario semplice.
Poco prima del combattimento vero e proprio, c’è un inizio molto marcato e pesante sulle parole vansi incontro a passi tardi e lenti. Il movimento armonico precipita ripetutamente nel silenzio e crea un’aspettativa, un’attesa ricca di tensione.
Dalla lentezza grave di questo verso si scatena un ribattuto di semicrome, nel cosiddetto stile concitato, allo scopo di creare un effetto di tremore e, appunto, concitazione attraverso l’uso del tremolo. In questo effetto di tensione, proprio sul momento culminante, la scena cambia e s’inizia a raccontare qualcos’altro…
Il termine Sinfonia sta qui a indicare una composizione soltanto strumentale, senza l’utilizzo del canto. Il colore cambia completamente, si passa alla tonalità di sol minore, con una scrittura omoritmica corale. Proprio mentre Tancredi e Clorinda si stanno per scontrare, il poeta attua una strategia per coinvolgere lo spettatore nella dimensione epica del racconto, per portarlo alla consapevolezza della grandezza delle vicende che si stanno per compiere: egli invoca la dea astratta della Notte, e le chiede di mostrare ciò che di una vicenda così apparentemente chiara è nascosto. In questo modo il compositore svela i retroscena di un combattimento che stava già per avvenire: stratagemma efficace per mantenere l’attenzione degli spettatori inchiodata all’intreccio. Nel moderno storytelling, nella regia d’avanguardia, come anche nella produzione video dei maggiori youtubers, è molto comune l’utilizzo di questo stratagemma: si chiama inizio in medias res e appartiene alla retorica più antica di Orazio, che commentava alcune scelte artistiche della poetica di Omero utilizzando questa locuzione; la vicenda in altre parole inizia al suo culmine, per poi essere interrotta prima del finale e essere ripercorsa dal principio.
Conclusione
Sul Madrigale nel ‘ 500 è tutto, non dimenticare d’iscriverti al form mail per non perdere futuri aggiornamenti e analisi più approfondite delle partiture nominate: le troverai nella categoria Analisi Musicale. Noi ci vediamo nell’articolo di domani!
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