Farinelli – Perché Fu Castrato?

Introduzione

In questo articolo vorrei parlarti nel modo più pratico e sintetico possibile della figura di Farinelli, pseudonimo di Carlo Broschi, il più famoso cantante lirico castrato che tu possa incontrare tra le pagine della Storia della Musica mondiale. Anche per via della fama di cui godette in vita, di questo cantante del regno di Napoli ci sono giunte molte notizie. Di lui leggiamo nell’opera Viaggio Musicale In Italia di Charles Burney:

«Egli non eccelleva soltanto in velocità, ma possedeva le migliori qualità di un grande cantante. Nella sua voce si trovavano riunite la forza, la dolcezza e l’estensione, e nel suo stile la tenerezza, la grazia e l’agilità.»

– Charles Burney
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Jacopo Amigoni: Carlo Broschi (Farinelli), 1750.

Il Contesto Storico

Poiché Farinelli visse in pieno Settecento (1705-1782), operò influenzato dagli esiti delle grandi innovazioni teatrali che erano state preparate, per così dire, nel Seicento. Già tra il 1620 e il 1630 a Roma venivano prodotte opere in musica destinate a un pubblico selezionato di aristocratici: con la nascita del Teatro S. Cassiano di Venezia, inizialmente luogo scenico destinato alla commedia, vediamo già nel 1637 un primo teatro per pubblico pagante dedicato all’opera in musica. Francesco Mannelli aprì le danze di un fortunato genere teatrale come autore di Andromeda. Se non conosci Mannelli, non preoccuparti: non è un autore di cui si sente tanto parlare al di fuori della Storia Della Musica, nonostante abbia scritto opere di grande pregio. Tuttavia è fondamentale che tu conosca Andromeda, poiché fu la prima Opera rappresentata al di fuori di contesti privati. Essa segnò il passaggio ad un diverso tipo di pubblico ed esigenze, nonché alla nuova committenza, ovverosia a quel nuovo sistema di requisiti dai quali un committente prendeva le mosse per commissionare la stesura, l’esecuzione etc. di un’opera d’arte.

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Il Libretto D’Opera

In questo primo progetto pubblico, gli autori furono anche i finanziatori dell’opera. Mannelli cantò persino nel ruolo di Nettuno e di Astarco Magno, insieme a sua moglie che faceva parte della compagnia di cantanti. Entro la fine del secolo, il modello di questa prima opera teatrale si estese a tutta Italia: fiorirono prima dodici teatri a Venezia, nel giro di pochi decenni, poi ne sorsero a Genova, Bologna, Roma, Napoli, Milano, Palermo. Questi ultimi, che furono teatri successivi, si configurarono talvolta come vere e proprie realtà civiche per le quali s’istituirono fondi pubblici per le spese gestionali. Infatti anche se, come abbiamo detto, per l’Andromeda la gestione dell’allestimento era stata presa in carico interamente dall’autore dell’Opera, in seguito, già coi nuovi teatri veneziani, il ruolo venne ricoperto da un impresario. Esso affittava un teatro da un aristocratico, poi si preoccupava di scritturare cantanti, compositori, librettisti, scenografi, strumentisti e tecnici per spese che potevano richiedere anche trenta o quaranta repliche dello stesso spettacolo per essere ammortizzate. Particolare attenzione era riservata ai cantanti, che come si può facilmente intuire diventarono presto i protagonisti assoluti dell’opera. Essi determinavano, in molti casi, la buona riuscita del lavoro impresariale poiché sulla loro buona o cattiva esibizione pendeva la decisione del pubblico pagante, spesso di ceto aristocratico.


La Brutale Pratica Dell’Evirazione

Anche a causa del ruolo centrale che iniziavano a rivestire i cantanti solisti, di cui abbiamo evidenziato il ruolo chiave nell’esito dell’opera impresariale, nacquero pratiche brutali per influenzare l’estensione vocale sin dalla più tenera età. Molti musicisti iniziarono a desiderare per il proprio figlio che egli diventasse un cantante: nacque per questo la pratica dell’evirazione, che consisteva nell’esportazione in età prepuberale dei testicoli o nella legatura del funicolo testicolare. Le corde vocali rimanevano in questo modo nella maggior parte dei casi di piccole dimensioni, a causa dell’esportazione della ghiandola che produce il testosterone necessario allo sviluppo puberale della laringe. Non è un caso se in adolescenza si cambia la voce: nell’epoca di massima fioritura dei teatri, ormai presenti in tutta Italia, sembrava che molti dei medici lo avessero già capito (in realtà, la pratica ha radici molto antiche). Siamo in pieno Settecento: le condizioni igienico-sanitarie erano a dir poco rischiose, e l’effetto dell’operazione sulla voce, posto che questa si concludesse con successo, non era sicuro nel cento per cento dei casi. A questo punto sorge spontanea la domanda sul perché si ricorresse a una simile pratica, su quali fossero gli effetti canori di una simile operazione. In caso contrario non si potrebbero comprendere i motivi, per quanto in ogni caso ingiustificabili, di una simile brutalità.


Farinelli: Il Più Famoso Cantante Lirico Castrato Tutti I Tempi

Farinelli era dotato di tutte le caratteristiche di un cantante lirico evirato: il timbro vocale leggero, che favoriva il virtuosismo, e l’ampia estensione del registro vocale. Sappiamo da fonti ufficiali che si sottopose per molti anni a un rigido regime di studio, così articolato:

«Mattina

Un’ora di passaggi di difficile esecuzione, un’ora di lettere, un’ora di esercizi di canto davanti allo specchio per apprendere i vantaggi della parsimonia e i rischi dell’abbondanza nei gesti e nelle espressioni da fare in scena.

Pomeriggio

Mezz’ora di teoria musicale, mezz’ora di contrappunto improvvisato su cantus firmus, un’ora di lettura dei libretti che gli allievi avrebbero in seguito intonati, infine esercizi di respirazione. (Petto e polmoni si sviluppavano normalmente nei castrati e gli esercizi respiratori portavano quegli organi a dimensioni eccezionali; il risultato era quello di ottenere una grande potenza sonora quasi surreale rispetto al timbro di voce, e una lunghezza di fiati spropositata rispetto agli standard moderni)»

– Sandro Cappelletto, La voce perduta: vita di Farinelli, evirato cantore

Da questa descrizione emerge la figura di un Farinelli polistrumentista, che infatti sappiamo si cimentasse in numerosi strumenti a tastiera, nella viola d’amore, nella composizione, oltre che ovviamente nel canto. La sua tessitura da contralto profondo, verso il basso, e da sopranista a tutti gli effetti verso l’alto, gli consentiva notevoli virtuosismi. La pratica virtuosistica, amatissima nel Settecento, è riportata in numerosi resoconti. Di Farinelli abbiamo la testimonianza di un episodio, in particolare, dove egli gareggiò pubblicamente con un trombettista:

«.. aveva luogo ogni sera una gara tra lui ed un famoso esecutore di tromba che accompagnava col suo strumento un’aria cantata dal Farinelli. Sembrò sulle prime un’emulazione amichevole, di carattere semplicemente sportivo, fino a che il pubblico incominciò ad interessarsi alla contesa, parteggiando per l’uno o per l’altro; dopo che ognuno, separatamente, ebbe emessa una nota per dar prova della forza dei propri polmoni tentando di superare il rivale in vivacità e in potenza, eseguirono insieme un crescendo ed un trillo a distanza di una terza e lo sostennero a lungo mentre il pubblico ne attendeva ansiosamente la fine poiché entrambi sembravano esausti; e infatti il suonatore di tromba, sfinito, cedette, convinto tuttavia che il suo antagonista fosse altrettanto stanco e che tutto si sarebbe concluso in una battaglia senza vincitori né vinti»

– Sandro Cappelletto, La voce perduta: vita di Farinelli, evirato cantore

Per la sua impressionante estensione vocale, per l’adattabilità ai vari stili di canto, per la tenuta del fiato dimostrata dall’episodio succitato e per il virtuosismo trascendentale, Farinelli è ricordato come il più grande cantante nella storia dell’opera lirica. Nel 2006 le sue ossa sono state analizzate per scoprire quali siano, a livello genetico, i segreti della sua qualità vocale. Ti lascio alla visione di una scena molto suggestiva tratta dal film Farinelli, Voce Regina del 1995. In questa scena il regista ci ha restituito un’immagine di quali potessero essere le caratteristiche vocali di questo incredibile cantante. Di seguito trovi lo sparito dell’opera che Farinelli sta cantando: se l’acquisterai dal banner in basso, una piccola percentuale del tuo acquisto andrà a sostengo di questo blog.


Conclusioni

Per questo articolo su Farinelli è tutto, avremo modo di scendere nei dettagli della vita e dell’opera di questo sensazionale cantante negli articoli successivi del blog. Non dimenticare pertanto di seguirci quotidianamente per non perdere le prossime novità, noi ci vediamo nell’articolo di domani!

Matteo Malafronte