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Introduzione
In questo articolo vorrei parlarti nel modo più sintetico e pratico possibile della figura di Arcangelo Corelli. Cercherò di andare dritto al punto delle questioni centrali nella vita e nella produzione dell’autore, tralasciando le date e le nozioni “da catalogo” che potresti trovare ovunque online e offline.
La Roma Barocca di Corelli
A Corelli, nato il 17 Febbraio 1653, è legata indissolubilmente l’immagine splendente della Roma barocca. Noi pianisti lo conosciamo un po’ meno, ce lo figurano come un personaggio secondario della Storia della Musica: in realtà egli fu padre della scuola violinistica italiana, che ebbe profonde influenze in tutto il mondo. In altre parole, se oggi i violinisti suonano come suonano è anche grazie ad Arcangelo Corelli.
L’Orchestra Ai Tempi Di Corelli
Il violino fu strumento essenziale per la corrente musicale barocca. Nell’orchestra del tempo, parliamo del primo Settecento, erano previsti i seguenti strumenti:
Tipo | Numero |
Violini | 6 |
Viole | 3 |
Violoncelli | 2 |
Contrabbassi | 1 |
Clavicembalo | 1 |
Timpani | Variabile |
Fiati (Oboe, Oboe d’Amore, Fagotto, Corno, Tromba etc.) | Variabile |
Su questo tipo di organico, incentrato prevalentemente sugli archi dei quali il violino rappresenta il centro, si baserà tanta produzione barocca. Il cosiddetto Concerto Grosso si svilupperà proprio sulla scia delle caratteristiche di questo organico. Non è un caso se quando ascoltiamo il Concerto Grosso Opus 6 numero 1 di Arcangelo Corelli sentiamo che il ruolo centrale è affidato agli archi: non si trattava soltanto di una scelta individuale dell’autore, ma anche di un’eredità orchestrale propria del suo tempo.
Il Concerto Grosso Op. 6 N. 1
Concertino VS Ripieno
La caratteristica principale del Concerto è quella di avere una parte di solisti, denominata concertino, e una parte indicata molto spesso in partitura col termine tutti chiamata ripieno. La suddivisione è in tempi, in particolare troviamo l’alternarsi di tempi lenti a tempi veloci. Nel Concerto Grosso Op. 6 N. 1 troviamo un’apertura marcata Largo con il successivo Allegro, che attacca rapido e brillante con un concertino al quale si unisce dopo poche misure il ripieno.
L’adagio che inizia qui sopra dura sole due battute, poi attacca nuovamente l’Allegro iniziale. Sul Largo successivo si potrebbe tranquillamente danzare: la scrittura si presta molto a un’interpretazione cameristica, perché presenta motivi che si ripetono frequentemente e hanno ampi punti di appoggio e di riposo che consentono a un ipotetico danzatore di prepararsi al passo successivo.
Il concertino, quello sulle tre righe superiori dell’esempio del paragrafo precedente, guida la composizione e si occupa di quei fuochi d’artificio virtuosistici, per usare una metafora, tanto apprezzati nel periodo Barocco. Nel Novecento, questo gioco tra Concertino e Tutti, il continuo rimando di echi tematici e di risposte a cascata tra le parti, ispirerà i compositori del Novecento a riscoprire la forma del Concerto Grosso che prenderà nuova vita nel concerto studiato per le nuove, più grandi orchestre del secolo scorso: il concerto per orchestra.
Le Opere Di Arcangelo Corelli
Ma Corelli non scrisse solo Concerti Grossi: della sua opera fanno parte alcune tra le raccolte violinistiche più rilevanti della Storia della Musica. Più avanti trovi una partitura delle dodici sonate per violino e basso, opera che ogni violinista dovrebbe avere nella propria libreria. Se acquisterai la partitura cartacea dal banner in basso, una piccola parte del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog. Molte di queste raccolte mettono in difficoltà i violinisti, pensiamo a esempio all’opus 5, marcatamente virtuosistica. Questo il suo catalogo per sommi capi, volendo includere anche le sonate da chiesa e quelle da camera:
Sonate A Tre Da Chiesa | Op. 1 (1681) e Op. 3 (1689) |
Sonate A tre Da Camera | Op. 2 (1685) e Op. 4 (1694) |
Sonate Per Violino E Basso Continuo | Op. 5 (1700) |
Concerti Grossi | Op. 6 (1714, postuma) |
Accanto ai Concerti Grossi leggiamo “postuma” perché furono pubblicati un anno dopo la morte di Corelli, avvenuta a Roma l’8 Gennaio del 1713, dall’editore Roger di Amsterdam. Molti i parallelismi che si potrebbero trovare tra la sonata sul tema della follia e la celeberrima sarabanda di Haendel, inserita peraltro come sonora del film Barry Lyndon di Stanley Kubrick.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo soltanto sfiorato la grandezza dell’opera di Arcangelo Corelli, autore sul quale avremo modo di tornare più in dettaglio nelle analisi degli articoli successivi. Non dimenticare di seguirci quotidianamente per rimanere aggiornato su ogni novità, noi ci vediamo nell’articolo di domani!
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