Franz Liszt – Il Miglior Pianista Di Sempre?

Introduzione


In questo articolo vorrei parlarti, nel modo più sintetico possibile, del ruolo che ha giocato la figura di Franz Liszt nella Storia Della Musica. Cercherò di evitarti tutte quelle informazioni che puoi trovare ovunque, come la sua data di nascita o di morte, e di andare dritto al punto delle questioni che reputo più interessanti da evidenziare nel marasma d’informazioni che possiamo trovare sulla sua persona.

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Il Recital Pianistico

Il titolo di questo articolo, volutamente provocatorio perché contiene una domanda piuttosto superficiale, ti fa capire quali difficili interrogativi orbitino attorno a questa figura carismatica: Franz Liszt fu sicuramente un pianista essenziale per la Storia Della Musica, e molto del suo mito si deve all’invenzione di una nuova forma di concertismo, il cosiddetto Recital Pianistico. Se infatti oggi noi ci disponiamo in una sorta di atteggiamento meditativo all’ascolto quando entriamo in un auditorium, è perché siamo persuasi che sul palcoscenico il pianista stia declamando un’opera, la stia per l’appunto recitando, da cui la parola recital. In passato la percezione di un concerto per pianoforte era completamente diversa e con Liszt, in pieno Romanticismo (trovi una sintesi sul Romanticismo Musicale qui), assistiamo a una vera e propria rivoluzione copernicana dello strumento che si guadagna definitivamente un posto tra gli strumenti solistici.

Cosa SignificaTrascendentale?

Con la parola trascendentale oggi tendiamo a riferirci a tutta una serie di ambiti, per la verità spesso indefiniti, che si pongono come il superamento di una norma. Questo termine viene impiegato molto spesso nell’immaginario collettivo per indicare quei poteri di entità divine che trascendono le norme della materia. Un fenomeno che non segue le norme della realtà è trascendentale: su questa concezione del trascendentale si potrebbe dibattere a lungo, in questo articolo ci limiteremo a dire che esistono profonde analogie tra questo tipo di definizione di trascendenza e quello che intendeva Franz Liszt quando diceva dei suoi studi che fossero trascendentali. In particolare Franz Liszt studiò profondamente la tecnica pianistica, concependola come strumento per trascendere la materialità del suono, la fisicità acustica, per approdare all’immateriale, soggetto poetico per eccellenza della corrente romantica, talvolta nominato assoluto. I Dodici Studi D’Esecuzione Trascendentale per pianoforte, ad esempio, sono dedicati al suo Maestro Carl Czerny di cui abbiamo già parlato in un articolo passato, che trovi qui. Ascoltali di seguito: più in basso troverai un banner attraverso il quale sostenere il nostro blog acquistando quella che a mio parere è la più fedele edizione cartacea di questi studi attualmente in commercio.


Puoi capire facilmente da chi Franz Liszt avesse ereditato la sua passione per l’aspetto tecnico e virtuosistico del pianoforte ascoltando alcuni dei più semplici studi (tali erano considerati dal Maestro Czerny visto che li impiegava per la preparazione pianistica elementare) che egli scrisse. Li suono per te al pianoforte di seguito, puoi ascoltarli premendo play. Troverai anche la loro partitura cartacea in un banner più in basso: se lo userai per acquistare lo spartito, una piccola parte del tuo acquisto andrà a sostegno di questo blog senza alcuna spesa aggiuntiva rispetto al normale acquisto su Amazon.


Carl Czerny fu allievo nientemeno che di Ludwig van Beethoven. Sì, proprio quel Beethoven: puoi trovare un articolo su di lui qui.

La Nascita Del Poema Sinfonico

Parigi fu la città d’elezione per i Pianisti e Compositori dell’Ottocento, moltissimi si recarono nella capitale per studiare presso l’allora Conservatorio di Parigi. Per quanto l’immagine di una Parigi dominata dalla Tour Eiffel sia ormai parte dell’immaginario collettivo, dobbiamo pensare che quando Liszt si recò nella capitale a dodici anni, nel 1823, la torre non esisteva (sarà completata solo nel 1889).

Parigi come la immaginiamo oggi dopo la costruzione della Tour Eiffel (avvenuta nel 1889).
Parigi come la immaginavano prima della Tour Eiffel (1878).

Non è facile per noi immaginare un dodicenne Franz Liszt che tenta l’ammissione al Conservatorio di Parigi e che, dopo essere stato respinto perché straniero, torna a casa con grande disappunto per dedicarsi alla stesura di pezzi virtuosistici per pianoforte. Liszt infatti a quel tempo stava già suonando nei più famosi salotti parigini, era una figura di rilievo tra la borghesia del suo tempo, tanto da allacciare amicizia nientemeno che con Giachino Rossini. Nel 1830, ormai diciannovenne, Liszt ascoltò a Parigi la Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz, e la trascrisse in una personalissima resa. Questa esperienza, assieme all’incontro con Paganini che gli suggerirà l’ideale virtuosistico di cui abbiamo già parlato, segnerà per sempre la poetica di Franz Liszt perché lo spingerà a concepire forme sinfoniche a suo avviso più poetiche in senso extramusicale, in cui i movimenti sono collegati da un unico tema (come l’idea fissa della Sinfonia Fantastica): nacque in questo modo un genere completamente nuovo, che sarà rivisitato a più riprese da molti compositori romantici: il Poema Sinfonico.

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Berlioz ritratto da Émile Signol nel 1832.

La Maturità Artistica

Il 1848 è un anno di profondi cambiamenti per Franz Liszt, che progressivamente abbandona il concertismo. Su consiglio di una sua nuova compagna, una principessa conosciuta a Kiev, si trasferì a 37 anni presso Weimar dove diventò Maestro di cappella della corte granducale. Naturalmente la fama non lo aveva abbandonato, per questo motivo egli riuscì a fare della piccola cittadina tedesca un grande polo culturale per la musica europea. Da questo momento in avanti, complici le note esperienze di carattere religioso, Liszt si rivolge a sonorità non più grandiose e fastose, ma chiuse in successioni sempre più nette di accordi paralleli, recuperando e trasfigurando una tradizione passata, rivolgendosi a linguaggi nuovi attraverso l’impiego di scale per toni interi.

Conclusioni

Possiamo concludere l’articolo di oggi cercando di rispondere alla domanda con la quale siamo partiti: per la portata delle sue innovazioni concertistiche, tecniche e stilistiche, Franz Liszt può sicuramente essere considerato una delle figure di punta del pianismo di tutti i tempi. Torneremo a parlarne, e approfondiremo questo primo abbozzo introduttivo con l’analisi delle sue opere: segui i prossimi articoli per non perderti le novità! Noi ci vediamo nell’articolo quotidiano di domani.

Matteo Malafronte